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Dove sono finiti i valori?



Viviamo senza una bussola. E quando due mondi s’incontrano uno pieno, uno vuoto si rompe qualcosa di più profondo di un legame.


C’erano giorni in cui bastava uno sguardo per capirsi.

C’erano famiglie che non avevano molto, ma avevano un “senso”.

Una coerenza. Una direzione.


Poi, qualcosa si è spezzato.

Oggi tutto è più veloce, più visibile, più facile. Ma è anche più vuoto.

Abbiamo imparato a convivere con la confusione, ma sotto sotto,

sentiamo che manca qualcosa di serio.


Quel qualcosa si chiamano valori.


Cosa sono (e cosa non sono) i valori?



I valori non sono slogan. Non sono post da condividere.

Sono strutture invisibili che ci tengono in piedi nei momenti difficili.

Sono quei limiti che accettiamo non perché imposti, ma perché scelti.

Sono quel “no” che ci salva, quel “sì” che ha un significato.


Un valore non si compra, non s’improvvisa.

Si eredita, si assorbe, si costruisce con fatica.


E proprio per questo, oggi manca.


Perché se nulla è importante, allora tutto è sacrificabile.

Persone, relazioni, promesse, sentimenti: tutto può essere interrotto, disdetto, archiviato.

E non per cattiveria, ma per mancanza di peso. Per mancanza di radici.


Dove sono finiti?


I valori si tramandavano con il tempo, con l’esempio.

Si passavano nei silenzi, nei riti familiari, nei gesti quotidiani.


Oggi chi dovrebbe custodirli?


Gli adulti sono spesso troppo stanchi o disorientati.

Le famiglie si disgregano prima di avere il tempo di trasmettere qualcosa.

La scuola è diventata luogo di programmi, non di riferimenti.

I social hanno normalizzato l’idea che tutto sia liquido, temporaneo, relativo.


Eppure un bisogno silenzioso cresce.

Lo si avverte nei giovani che cercano autenticità,

nei genitori che, diventando tali, sentono il richiamo a qualcosa di più profondo.


L’istinto non basta


Quando diventiamo genitori, scatta qualcosa: un codice antico, biologico.

Proteggere. Guidare. Curare.


Ma se questo impulso non trova un contenuto da tramandare, resta un’energia cieca.

Un amore individuale, che non diventa esempio per la comunità.


Perché i valori non sono solo protezione. Sono visione.

Non bastano per difendere i nostri figli: servono per renderli forti nel tempo.



Il cortocircuito: quando due mondi si incontrano



Il problema vero emerge nei rapporti tra persone.


Quando uno porta dentro valori : onestà, rispetto, fedeltà, profondità

e l’altro no, si crea una frattura , devastante.


Non è solo una differenza di gusti.

È uno scontro tra due forme di realtà:

una piena di senso, l’altra piena di assenza.


Uno crede che un’esperienza condivisa valga qualcosa.

L’altro la archivia come una parentesi.


Il risultato?

Ferite enormi, cicatrici che non si vedono ma cambiano tutto.

Perché chi crede nel valore si aspetta reciprocità, e quando non la trova, cade in un vuoto che sembra non finire mai.


Il costo sociale dell’assenza di valori



Se tutto questo accadesse solo nelle relazioni private, sarebbe già abbastanza.

Ma sta accadendo ovunque.


Nei rapporti di lavoro, nelle istituzioni, nella vita pubblica.

Il senso di comunità si dissolve.

Il bene collettivo si riduce a slogan.

Il rispetto viene confuso con debolezza.


Una società senza valori è una società senza anticorpi.

Ogni crisi diventa ingestibile.

Ogni disaccordo diventa odio.

Ogni imprevisto diventa panico.



Tornare a qualcosa di forte


La soluzione?

Non è il moralismo. Non è il passato. Non è la nostalgia.


È il coraggio di riprendere in mano il significato delle cose.

Ricostruire una grammatica dell’umano.

Riacquisire lentezza, profondità, coerenza.


Anche a costo di essere controcorrente.

Anche a costo di sembrare “strani”, fuori moda, ingenui.


Perché chi vive con valori oggi,

spesso è considerato un ingenuo.

Ma forse è solo in anticipo sul futuro.



Un seme per la prossima epoca


Questa è un’epoca confusa, quasi eretica.

Un tempo in cui si rifiuta tutto, si decostruisce tutto.

Un tempo che ferisce, ma forse sta preparando qualcosa.


Ogni civiltà, ogni cultura, ogni generazione attraversa momenti in cui tutto sembra perso.

Poi, qualcosa ritorna.

Non com’era prima, ma più essenziale, più autentico, più profondo.


Perché, alla fine,

l’eresia di un’epoca porta sempre all’ortodossia di quella successiva.

MV

2 comentários

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Convidado:
04 de mai.

Filosofia dei piccoli passi .

Al mio punto di vista personale per arrivare ai valori profondi bisogna cominciare da piccoli passi che portano lontano. Come si può apprezzare una pietra preziosa se non dai importanza al sole ? Se riusciamo donare un sorriso ad un passante, un semplice ciao ad una persona sconosciuta, un abbraccio ad un bimbo e aprire il cuore alle cose semplici ma altrettanto importanti allora possiamo proseguire verso i valori profondi.

Ho capito che l'anima non si ferma quando trova una via sconosciuta ma magica e luminosa. La difficoltà è la dove si trova l'indifferenza o l'acqua ferma .

Piccoli passi verso i valori aggiunti.

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Respondendo a

I valori profondi nascono proprio da quei piccoli gesti quotidiani che spesso diamo per scontati. Un sorriso, un abbraccio, un’attenzione sincera sono il terreno su cui crescono la dignità, il rispetto, l’amore. È così che si costruisce un mondo più umano. Non servono gesti eclatanti, ma presenza autentica. Grazie per averlo ricordato con tanta sensibilità.

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