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Il dono e la condanna della sensibilità profonda




Esistono persone che non ascoltano solo quello che viene detto, ma anche quello che resta sospeso nell’aria.

Persone che non leggono solo i gesti, ma il vuoto tra un gesto e l’altro.

Persone che non si fermano alle parole, ma sentono l’eco di quello che viene taciuto.


Essere così è un dono raro.

Ma anche una condanna silenziosa.

La sensibilità profonda non è emotività.


Non è essere fragili o suggestionabili.

È, piuttosto, avere un radar sempre acceso, una pelle invisibile che percepisce anche quello che per gli altri è impercettibile.


Gli studi di Elaine Aron, psicologa americana, parlano delle cosiddette persone altamente sensibili (PAS), che rappresentano circa il 20% della popolazione.

Secondo Aron, queste persone elaborano ogni informazione con più profondità. Non si limitano a “vedere” o “sentire” , assorbono :

Vivono gli stimoli emotivi, fisici, ambientali con un’intensità più alta.

E per questo, si stancano di più. Soffrono di più.

Ma vedono anche molto più lontano degli altri.



Percepire quello che gli altri sentono: una comunicazione silenziosa.


Quando si è molto sensibili, non servono spiegazioni.


  • Lo sguardo abbassato.

  • Una pausa troppo lunga.

  • Una parola mancata.

  • Un sorriso forzato.



Sono tutti segnali.

E tu li leggi.

Anche quando l’altro non ha ancora capito da solo cosa prova.


A volte sembra quasi telepatia.

Ma è solo un’altra forma di ascolto: più profonda, più nuda, più spietata.




Chi è sensibile davvero sa “vedere” prima ancora che le cose accadano.

Percepisce lo sganciamento di una persona prima del primo passo indietro.

Sente il cambiamento di un sentimento prima che venga confessato.

Sente l’assenza anche se l’altro finge presenza.



Perché la sensibilità è anche una protezione.



La sensibilità ti rende vulnerabile, è vero.

Ma ti rende anche più sveglio, più vivo, più pronto.


  • Ti avverte quando qualcosa non va.

  • Ti aiuta a non perdere tempo con chi non vibra sulla tua stessa frequenza.

  • Ti insegna a difenderti senza diventare cinico, senza spegnerti.



La sensibilità, se coltivata con la maturità dell’esperienza,diventa una corazza invisibile: sottile, ma invincibile.



La maturità della sensibilità: come si arriva a questo livello.



Non si nasce sapendo gestire questo dono.

Chi è sensibile impara col tempo,

passando attraverso:


  • delusioni,

  • ferite,

  • errori,

  • abbandoni.



All’inizio senti tutto e ne sei travolto.

Poi inizi a selezionare:

capisci che non puoi salvare chi non vuole essere salvato, capisci che non puoi cambiare chi non vuole cambiare,

capisci che l’amore e il rispetto devono viaggiare insieme, altrimenti non sono nulla.


Arrivi ad un punto – ed è il punto ( ed è il punto in cui mi trovo io oggi ) in cui la tua sensibilità non è più una prigione.

È una bussola.


Ti guida.

Ti protegge.

Ti fa camminare lontano da chi non merita.


Conclusione: la forza di chi sente tutto.



Essere una persona capace di percepire fino in fondo l’anima degli altri è raro.

È faticoso.

È doloroso.

Ma è anche uno dei doni più preziosi che si possa avere nella vita ed allo stesso tempo un grande peso da gestire .


Chi vive nel rumore non capirà mai il silenzio che tu riesci a leggere.

Ma chi saprà vibrare come te, ti riconoscerà subito.

E lì, non serviranno parole.


Chi sente davvero,

non sbaglia mai porta.

Non sbaglia mai cuore.

MV

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Guest
Apr 27

Quando il silenzio diventa rumore...quando nel bianco e nero si accende ogni emozione...quando ogni punto e ogni virgola diventa un sospiro...quando un colore diventa mille sfumature nel cielo...quando una carezza si scalda l'anima ...quando l'assenza ti avvolge profondamente nella speranza e nel battito...quando una lacrima si scende lentamente per mettere il punto.... nel mondo di troppe virgole.

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