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Il mio punto sul turismo 2025: tra intuizioni, numeri e realtà che cambiano



L’estate 2025 si profila come un autentico spartiacque per il turismo globale. Mai come ora, infatti, il settore turistico si trova davanti a uno scenario complesso ed instabile, segnato profondamente da dinamiche geopolitiche ed economiche che ne ridefiniranno gli equilibri.


A livello internazionale, il quadro è estremamente variabile. Destinazioni come Spagna, Portogallo, Grecia ed in particolare, il Giappone stanno registrando un interesse crescente, beneficiando della loro stabilità politica e di un’offerta chiaramente distintiva, ricca di identità e qualità. Al contrario, le tensioni geopolitiche che attraversano Medio Oriente ed Europa orientale stanno avendo effetti negativi su mete storicamente importanti come Egitto, Turchia e Paesi Baltici. Queste regioni soffrono di una percezione di insicurezza che influenza significativamente le scelte dei viaggiatori.


I flussi turistici più significativi rimarranno quelli provenienti dagli Stati Uniti e dalla Cina, affiancati però da mercati emergenti come Brasile, India e Corea del Sud, che stanno rapidamente aumentando la loro presenza internazionale, diventando fondamentali per bilanciare il calo di altre aree tradizionali.


In Italia, il panorama si presenta ricco di sfide e contraddizioni. L’offerta alberghiera continua a espandersi senza una precisa strategia, rischiando di saturare il mercato con strutture che non riescono a differenziarsi sufficientemente per qualità e personalizzazione del servizio. Questa mancanza di identità rischia di penalizzare fortemente gli operatori più qualificati, incapaci di emergere in un mercato ormai inflazionato.


Un problema che affligge pesantemente il settore turistico italiano è quello del personale. La carenza cronica di lavoratori qualificati e motivati sta creando un circolo vizioso che abbassa ulteriormente il livello qualitativo del servizio offerto, con impatti negativi soprattutto sulla fascia medio-alta , quella che dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello dell’offerta italiana.


Analizzando nel dettaglio le regioni principali:


La Lombardia sta vivendo un momento particolarmente positivo, trainata da Milano, sempre più al centro dell’attenzione internazionale. Il capoluogo lombardo è ormai un brand consolidato, capace di lanciare destinazioni secondarie come i laghi (Como e Garda su tutti), le città d’arte come Bergamo e Mantova, ed un entroterra ancora da valorizzare pienamente.


In Veneto, Venezia rimane solida ed addirittura in espansione grazie ad investimenti mirati e politiche di gestione dei flussi sempre più attente. Verona e Padova sono città emergenti che beneficiano del crescente interesse turistico e culturale, posizionandosi come valide alternative a Venezia stessa. L’indotto Veneto è facilitato anche dalla una buona infrastruttura aeroportuale .


La Toscana continua ad avere nella sua offerta culturale ed artistica un potente traino, ma il 2025 richiederà una particolare attenzione ai dati sulla permanenza media ed alla redditività complessiva. Il rischio di una contrazione nel mercato statunitense potrebbe infatti influenzare negativamente queste metriche, imponendo una riflessione profonda sulla strategia di diversificazione dei mercati .


L’Emilia-Romagna presenta problematiche strutturali: un’offerta ancora troppo rigida ed ormai obsoleta, che fatica a rinnovarsi e ad attrarre un turismo internazionale alto spendente. È necessaria una svolta decisa verso l’innovazione, sia nelle strutture ricettive che nella proposta complessiva, per recuperare terreno competitivo.


La Puglia, dopo anni di crescita esponenziale, potrebbe sperimentare un rallentamento causato principalmente da una politica dei prezzi che si è dimostrata poco sostenibile nel medio periodo. L’offerta pugliese ha visto crescere troppo rapidamente i prezzi, rischiando così di scoraggiare la fidelizzazione dei turisti e compromettere l’attrattività verso nuovi mercati internazionali.


In conclusione, il turismo estivo 2025 richiederà una gestione strategica più consapevole ed orientata alla qualità distintiva, alla sostenibilità economica ed un maggiore investimento nelle figure professionali e verso gli addetti ad ogni livello . Solo così il settore potrà superare le sfide di un contesto geopolitico ed economico estremamente volatile e mantenere alta la competitività internazionale.


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