
C’è una verità che ho sempre tenuto d’occhio, un pensiero che mi ha seguito tra Rimini, Milano e Pisa, osservando i cambiamenti che queste città hanno portato nella mia vita e nel mio lavoro: l’ambiente in cui vivi può essere la tua più grande forza o la tua condanna.
Ho riflettuto a lungo su questo tema ed ho scavato nella storia, nella scienza ed esperienza personale per capirne la portata. Gli esempi sono ovunque, nel regno animale come nella società umana. Ad esempio il lupo: è il predatore perfetto nei boschi, una macchina da caccia progettata per muoversi silenziosamente nella foresta. Ma prova a metterlo in un’isola tropicale, senza la sua preda abituale, senza il clima che conosce. Non è più il sovrano del branco, diventa una creatura spaesata, fragile, inadatta.

Oppure pensa ai fenicotteri. Quegli uccelli eleganti e spettacolari sono rosa perché vivono in un habitat ricco di carotenoidi, sostanze che assorbono dal cibo. Spostali in un ambiente povero di queste sostanze ed il loro colore svanirà : non diventano “meno fenicotteri” , ma perderanno il loro tratto distintivo.
Lo stesso vale per noi: se l’ambiente ci priva di ciò che ci nutre – mentalmente, emotivamente, professionalmente – iniziamo a scolorire.
Il peso dell’ambiente sulla vita quotidiana
A Rimini, dove sono nato ed ho vissuto per la maggior parte della mia vita , ho visto come il mare ed il turismo influenzino la mentalità delle persone . C’è un ritmo diverso, una leggerezza apparente, una continua esposizione al nuovo, ma anche una sorta di frenesia da stagione.
A Milano, invece, il tempo si restringe, il lavoro è un vortice e la città ti chiede di tenere il passo.
A Pisa è un’altra storia ancora: una dimensione più raccolta, un respiro diverso. Ogni volta che mi sono spostato, ho percepito il cambiamento su di me, nel mio modo di pensare, di lavorare, persino nelle mie abitudini quotidiane.
Ed allora mi chiedo: quanto del nostro benessere dipende davvero dalle nostre scelte e quanto invece è plasmato dall’ambiente che ci circonda?
E soprattutto, quanto siamo in grado di adattarci ad un nuovo ambiente senza perdere noi stessi?

Cambiamento
La flessibilità di chi cambia città e si ricostruisce
Cambiare ambiente non è una cosa da tutti. Molte persone vivono l’intera esistenza nello stesso posto, circondate dalle stesse abitudini, dagli stessi volti, dagli stessi ritmi. Alcuni lo fanno per scelta, altri perché il solo pensiero di staccarsi dalle proprie radici li terrorizza.
Ma c’è un’altra categoria di persone: quelli che si sradicano e si ripiantano altrove, cercando un terreno più fertile per crescere. E qui la metafora con le piante diventa calzante.
Quando si trapianta una pianta, bisogna farlo con delicatezza. Se il terreno non è adatto, se non riceve la giusta quantità di sole, acqua , se le radici non trovano spazio per espandersi, la pianta rischia di morire , non basta dunque cambiare vaso : serve cura, tempo, attenzione ed una certa sensibilità per capire se il nuovo ambiente sarà quello giusto o no.
Tipologie di adattamento: chi si integra e chi no
Non tutti i cambiamenti portano ad un’integrazione efficace. Ho notato che esistono almeno tre categorie di persone che si spostano:
1. Chi si trasferisce, ma rifiuta l’integrazione
Ci sono persone che portano con sé il proprio retaggio culturale senza alcuna intenzione di aprirsi al nuovo ambiente. Questo accade spesso con comunità chiuse, che replicano le proprie tradizioni senza mescolarsi. Un esempio classico è quello di alcune comunità musulmane in Europa, che hanno mantenuto usi, costumi e mentalità del paese d’origine senza mai cercare un punto di contatto con la cultura locale.
Il risultato? Vivono l nelle loro comunità ,percepiti come estranei, spesso subendo isolamento sociale.
2. Chi si integra completamente nel nuovo ambiente
Dall’altro lato, ci sono persone che riescono a diventare parte integrante del nuovo luogo al punto da sembrare nativi. Un esempio virtuoso sono molti immigrati dell’Est Europa in Italia. Arrivati spesso con poco o nulla, hanno studiato la lingua, abbracciato le abitudini locali e si sono inseriti nella società fino a sentirsi pienamente italiani.
3. Chi soffre lo spostamento e vive male il cambiamento
Infine, ci sono quelli che cambiano città o paese, ma non riescono a trovare il proprio equilibrio. Sono quelli che rimpiangono costantemente il posto da cui provengono, senza però sentirsi più parte di esso. Vivono con nostalgia, non riescono a costruire nuovi legami e finiscono per sentirsi alienati ovunque vadano. Un esempio tipico? Quei professionisti che si trasferiscono all’estero per motivi lavorativi, ma non si sentono mai davvero “a casa”, finendo in una sorta di limbo culturale.
Quando il cambiamento è consapevole, la vita fiorisce
D’altra parte, ci sono quelli che hanno fatto della capacità di ricostruirsi una vera arte. Sono quelli che, quando arrivano in un nuovo posto, non si chiudono in sé stessi, ma costruiscono nuove relazioni, s’immergono nella cultura locale, trovano nuovi punti di riferimento. Sono quelli che non si attaccano ossessivamente al passato, ma usano le loro esperienze per arricchire il presente.

Cambiamento
Queste persone hanno un talento particolare: sanno trasformare ogni nuova partenza in un’occasione di crescita.
Non è detto che tutto vada sempre bene. Non è detto che ogni trapianto riesca. Ma chi ha questa flessibilità sa riconoscere quando è il momento di fermarsi e mettere radici e quando, invece, è necessario ripartire.
L’ambiente giusto fa la differenza
In definitiva, l’ambiente è una delle forze più sottovalutate nella vita di una persona, ma è anche quella che più silenziosamente determina chi diventerai.
Se senti che il posto in cui vivi ti sta spegnendo, se senti che non trovi nutrimento per la tua mente ed per il tuo spirito, per le tue ambizioni allora non aver paura di fare il passo.
Cambiare non è un capriccio. È un atto di sopravvivenza.
E proprio come le piante hanno bisogno del giusto suolo per crescere, anche noi dobbiamo scegliere con attenzione dove piantarci.
Perché ( dal mio punto di vista ) la vita fiorisce solo quando troviamo l’ambiente adatto a noi .
Comments