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L’eresia di un’epoca è l’ortodossia della successiva

Immagine del redattore: Massimiliano ValenteMassimiliano Valente

Ci sono verità che attraversano il tempo, sedimentandosi tra le pieghe della storia, e questa massima ne è un esempio perfetto: l’eresia di un’epoca diventa l’ortodossia della successiva. 

Pensateci : ogni grande cambiamento che ci ha sconvolto, ogni invenzione che sembrava minacciare il nostro modo di vivere, alla fine è diventato normale, accettato, persino indispensabile.


È così che funziona il progresso: qualcosa arriva, scuote le fondamenta del nostro mondo, ci fa vacillare. All’inizio lo guardiamo con sospetto, lo chiamiamo eresia, follia, distruzione. Poi, con il tempo, quell’eresia diventa parte del nostro quotidiano, qualcosa che non riusciamo più ad immaginare di vivere senza.


Io l’ho visto accadere ; ricordo l’epoca pre - cellulari ( fino al 1991 ) quella pre-internet ( fino al 1993) . Con l’avvento del telefonino, poi dello smartphone con Internet integrato , si è trasformato un intero universo. Siamo passati dalla diffidenza al desiderio. Quello che era alieno, quasi innaturale, è diventato la nostra ortodossia.Oggi non possiamo più farne a meno.


Un mondo che corre verso l’ignoto


Ora siamo di fronte a qualcosa di ancora più grande, qualcosa che fa sembrare ogni altra invenzione un gioco di bambini. L’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose, la digitalizzazione di ogni aspetto della nostra vita. Sembra che il mondo stia correndo troppo veloce, come un treno senza freni, e che noi siamo spettatori impotenti.


Ma non è così. La storia ci insegna che, quando tutto sembra fuori controllo, in realtà stiamo vivendo un momento di transizione. Ogni era ha avuto i suoi scossoni, i suoi ribaltamenti, le sue rivoluzioni. Gli uomini preistorici, scoprendo il fuoco, avranno tremato davanti a quelle fiamme che potevano sfuggire di mano e distruggere tutto. Eppure, il fuoco è diventato una delle basi della nostra civiltà.


Non è diverso oggi. Quello che sembra una minaccia, un’eresia per la nostra epoca, sarà il fondamento della prossima.


I corsi e ricorsi della storia


Se c’è una cosa che ho imparato nella mia vita, è che il cambiamento non è mai lineare. Ci sono momenti di calma, poi scosse improvvise, come terremoti. Dopo ogni scossa, però, il terreno si stabilizza. È così che l’umanità avanza: non senza dolore, non senza paura, ma sempre con un’incredibile capacità di adattarsi, di creare qualcosa di nuovo.


Pensate alle grandi transizioni del passato: la ruota, la stampa, la rivoluzione industriale. Ognuna di queste innovazioni ha sconvolto l’ordine esistente, ha creato resistenze, paura, persino rabbia. Ma alla fine, ogni rivoluzione ha portato con sé un nuovo equilibrio, un nuovo ordine.


Anche oggi, mentre ci troviamo in mezzo ad un vortice di cambiamenti, dobbiamo ricordare che non è la prima volta. La storia è piena di questi momenti, e l’uomo ha sempre trovato un modo per sopravvivere, per prosperare.


Come posizionarsi nel cambiamento


La grande domanda è: come affrontare questa transizione? Se il cambiamento è inevitabile, come possiamo prepararci? La risposta sta tutta nella posizione che scegliamo di assumere.


Non possiamo restare fermi, perché il treno del progresso ci travolgerà. Non possiamo nemmeno metterci di fianco, subendo l’onda d’urto. Dobbiamo salire sopra, cavalcare il treno, trasformare la sua energia in qualcosa che ci spinga avanti.


Questo significa essere curiosi, non smettere mai d’ imparare. Significa coltivare la creatività, quella scintilla umana che nessuna macchina potrà mai replicare davvero. E significa riscoprire le relazioni, i valori autentici, quelle radici profonde che ci tengono saldi anche nelle tempeste.


Una verità eterna


Alla fine, quello che ci salva non è la tecnologia, ma noi stessi. La nostra capacità di adattarci, di immaginare, di costruire un futuro anche quando sembra impossibile.


E qui torniamo alla massima: l’eresia di un’epoca è l’ortodossia della successiva. Questo cambiamento che ci sembra così sconvolgente oggi sarà normale domani. Quello che ci spaventa ora sarà ciò che un giorno ci darà sicurezza. È sempre stato così, e sempre lo sarà.

E allora, non temete il cambiamento. Accoglietelo. Studiate, esplorate, immaginate.


E ricordate: ogni grande rivoluzione parte da una scintilla. E quella scintilla siete voi.

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Olga
Jan 17
Rated 5 out of 5 stars.

Una bella riflessione con un finale scintillante! Non si spaventa ciò che arriva ma quello che è stato dimenticato , abbandonato . Manca la consapevolezza del progresso e buon senso nell'uso. Troppi ecessi e mancanza del contatto umano. Giusto equilibrio tra l'innovazione e i valori fondamentali può creare un presente più luminoso.

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