L’Ignoranza digitale: Il nuovo analfabetismo del XXI secolo?
- Massimiliano Valente
- 16 mar
- Tempo di lettura: 4 min

Premetto che, sul piano morale, potrei non essere d’accordo con molte delle direzioni che la società sta prendendo sotto la spinta di questa tecnologia dirompente. L’iperconnessione, la perdita di privacy, la sostituzione dell’intelligenza umana con l’intelligenza artificiale in settori chiave: ci sono tanti aspetti che mi lasciano perplesso e che meriterebbero un dibattito più profondo. Ma al di là delle opinioni personali, il dato di fatto è che il mondo sta andando in questa direzione. E chi non riesce o non vuole adattarsi rischia di rimanere fuori dai giochi.
Se un tempo l’analfabetismo era la barriera che separava chi poteva accedere alla conoscenza da chi ne era escluso, oggi il nuovo analfabetismo a mio avviso è quello digitale. Sempre più persone ammettono candidamente di non saper gestire un computer, di non comprendere come funzionano le nuove tecnologie o di sentirsi sopraffatte dal continuo aggiornamento di dispositivi e software.
Ma in un mondo in cui tutto è connesso ed automatizzato, questa ignoranza non è più solo un limite: è un fattore di emarginazione sociale e professionale. Non capire il digitale significa essere esclusi da opportunità di lavoro, avere difficoltà ad interagire con i servizi quotidiani (banche, prenotazioni, pubblica amministrazione), persino restare fuori dalle conversazioni e dalle dinamiche sociali.

Chi rifiuta la tecnologia non si sta solo sottraendo ad un trend: sta scegliendo di non partecipare alla società del futuro. Esattamente come un tempo non saper leggere e scrivere relegava le persone ai margini, oggi l’incapacità di comprendere il digitale rischia di renderle invisibili. E con l’avanzare dell’intelligenza artificiale, dell’automazione e dell’Internet of Things, il divario tra chi è connesso e chi resta indietro si farà sempre più profondo.
L’alfabetizzazione digitale non è più una scelta, è una necessità. Chi non la sviluppa rischia di trovarsi non solo disorientato, ma irrimediabilmente escluso da un mondo che ormai non aspetta più nessuno.
E qui non si parla di scegliere se “essere tecnologici” o meno. Questa non è più una questione di gusti personali, ma di sopravvivenza nel sistema. Chi rifiuta la tecnologia non si sta solo sottraendo ad un trend: sta scegliendo di non partecipare alla società del futuro.

Ma in quante ere geologiche stiamo vivendo? L’uomo nell’età delle rivoluzioni Infinite
Crescendo, ho sempre avuto un grande interesse per la storia. A scuola si parlava delle ere glaciali, della Rivoluzione Industriale, di eventi che sembravano così lontani tra loro da rendere l’evoluzione del mondo un processo lento e graduale. Gli uomini nascevano e morivano senza grandi cambiamenti intorno a loro. Ma la mia esperienza di vita racconta qualcosa di diverso.
Io non ho assistito ad una sola rivoluzione, ne ho vissute almeno quattro o cinque nell’arco della mia esistenza. E questo, se ci pensiamo bene, ci pone in una condizione unica nella storia dell’umanità. Siamo la prima generazione a vivere cambiamenti epocali con una frequenza tale da dover costantemente reinventarci per restare al passo.

Gli Anni ‘80: L’Inizio di un Viaggio Digitale
La mia passione per la tecnologia nasce nei primi anni ‘80, quando ero ancora un bambino. Fu allora che vidi il mio primo computer: il Commodore 16 . Fu amore a prima vista. Da lì passai al Commodore 64 poi 128, poi all’Amiga 500, fino ad approdare ai primi Apple, come l’LC e il Performa E630. Ogni nuovo modello portava con sé un’evoluzione che, per chi aveva vissuto l’epoca delle macchine da scrivere, sembrava fantascienza.
Ricordo perfettamente la prima volta che misi le mani su un Newton, il primo palmare di Apple lanciato nel 1993. Una tecnologia troppo avanzata per i suoi tempi, tanto che il mercato non la comprese. Ma io ce l’avevo, e già allora intuivo che il futuro sarebbe stato nei dispositivi portatili.
Gli Anni ‘90: L’Avvento di Internet e dei Cellulari
Se negli anni ‘80 il cambiamento era ancora graduale, gli anni ‘90 sono stati una vera e propria rivoluzione. Internet cominciava a diffondersi, i primi cellulari facevano capolino nelle tasche di chi poteva permetterseli. Ricordo il fascino di un mondo improvvisamente connesso: le prime e-mail, le chat, i siti web.
E poi, il passaggio dai telefoni con l’antenna retrattile ai primi Nokia, l’arrivo dei display a colori, e l’ingresso di Apple con l’iMac G3, il computer che ha rivoluzionato l’estetica e l’usabilità del digitale.
Gli Anni 2000: Il Mondo Senza Confini
Con l’arrivo degli anni 2000, la connessione è diventata globale. Non era più solo un’opportunità per pochi, ma una realtà accessibile a tutti. Google e Wikipedia hanno aperto l’accesso all’informazione,Prêt-à-porter YouTube ha dato voce a chiunque avesse qualcosa da dire, Facebook ha trasformato le relazioni sociali.
Ho vissuto in prima persona questo cambiamento, passando da un mondo ancora analogico ad uno completamente digitalizzato. La comunicazione, il lavoro, il tempo libero: tutto è stato rivoluzionato in pochi anni.
Dal 2010 ad Oggi: L’Intelligenza Artificiale e l’Accelerazione Inarrestabile
Se pensavamo che il cambiamento fosse finito, ci sbagliavamo. Dal 2010 in poi, la velocità con cui la tecnologia si evolve è diventata esponenziale.
• AI e Machine Learning: oggi l’intelligenza artificiale è ovunque, dalle auto a guida autonoma agli assistenti vocali.
• IoT (Internet of Things): tutto è connesso, dagli elettrodomestici alle città.
• Robotica: macchine che imparano, che operano, che lavorano per noi.
• Blockchain e criptovalute: una nuova economia decentralizzata.
• Realtà Virtuale e Aumentata: esperienze immersive che cambiano il modo in cui viviamo il mondo.
Ogni anno ci porta innovazioni che fino ad ieri sembravano impossibili. E questa corsa non si fermerà.
Come adattarsi senza essere travolti?
Se una volta il progresso era una lenta marcia, oggi siamo sulle montagne russe della tecnologia. E come in un grande parco giochi, ci sono due modi per affrontare il viaggio:
1. Prepararsi al cambiamento, imparare, adattarsi e cavalcare l’onda.
2. Rimanere fermi sui binari, rischiando di essere travolti dal treno in arrivo.
Il problema è che molti non vedono il treno. Non si accorgono che la realtà sta cambiando sotto i loro occhi, e quando finalmente lo realizzano, è troppo tardi per spostarsi.
Cuore e flessibilità , per forte affrontare il futuro
Vivere in quest’epoca significa avere un cuore forte, pronto ad accettare lo sforzo continuo di adattarsi. Chi riesce a stare al passo diventa parte del cambiamento, chi lo rifiuta viene lasciato indietro.
Io ho scelto di vivere il progresso, di studiarlo, di comprenderlo. Dai primi computer ai moderni sistemi di intelligenza artificiale, ho sempre saputo che l’innovazione non si può fermare. Possiamo solo scegliere se esserne protagonisti o spettatori.
Tu , sei pronto a salire su queste montagne russe o preferisci restarne fuori ?
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