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La Generazione che desidera ma non vive




Desideri e solitudine nel 2025: come inseguirli davvero, perché ci cambiano lungo il viaggio e cosa manca oggi per realizzarli.


Il desiderio è un’illusione raffinata, la più crudele che l’uomo abbia mai creato. Nel 2025 non desideriamo più con gli occhi chiusi, ma con lo schermo acceso, zoommando la felicità, salvandola in un archivio mentale continuamente aggiornato, eppure mai aperto davvero.


Oggi non abbiamo sogni: abbiamo notifiche che non sappiamo come aprire.


Viviamo di desideri, ne siamo circondati, invasi, quasi perseguitati. Vogliamo vite migliori, relazioni autentiche, progetti che ci rispecchino. Ma ogni mattina ci svegliamo nello stesso letto, soli, con la sensazione amara che il desiderio si sia spostato un po’ più in là, beffardo ed irraggiungibile.


Perché il desiderio non è un punto fermo, è una promessa di movimento.


Il vero desiderio è viaggio, non meta. Non è mai lineare. È tempestoso, tumultuoso, a volte crudele. Ci sono giorni in cui ti credi invincibile, padrone assoluto della tua bussola interiore, altri in cui ti domandi chi te l’abbia fatto fare. E più ti avvicini, più quel desiderio cambia pelle, forma, destinazione. Ti seduce con una promessa che forse non manterrà mai davvero.


Eppure, chi non cambia idea lungo il cammino probabilmente non ha mai avuto il coraggio di mettersi davvero in viaggio.


Ma c’è un segreto crudele e potente dietro ogni desiderio autentico: non si realizza mai da soli.


Inseguire un sogno in solitudine è come urlare in una stanza vuota. Puoi sentire solo la tua eco, fino ad impazzire. È qui il cuore del problema moderno: siamo circondati da contatti, ma mai da legami veri. Sfioriamo persone continuamente, ma non ci tocchiamo davvero mai. Usiamo e veniamo usati, ci osserviamo attraverso schermi, ma ci ascoltiamo pochissimo.


E se trovare qualcuno che accompagni il nostro desiderio fosse diventato impossibile? Se fossimo davvero la generazione dei desideri interrotti, quelli che iniziano a camminare ma non trovano nessuno disposto a restare al loro fianco fino alla fine?


Il vero desiderio oggi è trovare qualcuno che non fugga quando le cose si complicano. Che non ti chieda di essere perfetto, ma autentico. Qualcuno che resti mentre inciampi, ti perdi e ti rialzi lentamente. Qualcuno disposto a dirti: “Ci sono, anche se non so bene dove stiamo andando.”


Perché desiderare davvero costa. Costa tempo, fatica, coraggio, lacrime. E la più grande delle tragedie è che oggi, davanti a questo costo, in pochi sono disposti a rischiare.


Ci siamo convinti che per realizzarci dobbiamo fare tutto da soli, che la solitudine sia forza. È una bugia. La solitudine, quando desideri davvero qualcosa, diventa una prigione.


Il desiderio è una forma sublime di generosità. È rischiare il cuore per qualcosa che non è ancora tuo, è esporsi al pericolo di rimanere delusi, feriti. È camminare senza certezze, sperando che qualcuno, prima o poi, ti raggiunga.


Le cose preziose devono essere custodite, protette, condivise solo con chi possiede mani delicate ed occhi liberi. Non tutto va urlato. Non tutto va spiegato a chi non è pronto per ascoltare.


Ed allora dobbiamo smettere di desiderare ciò che ci immobilizza. Il desiderio autentico deve smuoverci, stravolgerci, strapparci via dal perpetuo “poi vedremo”. Deve farci saltare fuori dalle chat vuote, dalle relazioni tiepide, dalle connessioni sterili.


Desidera qualcuno che ti spinga a muoverti. Desidera qualcuno che ti costringa ad uscire da te stesso, che ti dica con coraggio: “Non so dove andremo, ma ci vengo con te”.


Se non puoi essere la penna che scrive la felicità di qualcuno, sii almeno la gomma che cancella la sua tristezza. È qui che nasce il vero desiderio: nelle interazioni autentiche, nei silenzi pieni, nelle mani che aiutano senza afferrare troppo forte.


Il desiderio non è egoista, è altruista. È coraggio puro. È l’unico modo per uscire vivi da quest’epoca che ci vuole divisi, sospesi, fragili.


Oggi, più che mai, desiderare è rivoluzionario.


E la rivoluzione non sarà mai individuale. Sarà sempre condivisa. Sarà sempre collettiva.


Desidera davvero. Non per avere, ma per diventare. Non per possedere, ma per condividere. E forse allora, nel caos meraviglioso e feroce del desiderio autentico, scopriremo che ciò che volevamo davvero non era qualcosa, ma qualcuno.


Qualcuno disposto a rischiare tutto insieme a noi.

MV

2 Comments

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Grazie per il tuo commento, che è più di una riflessione: è quasi un respiro profondo. Hai colto con lucidità quel passaggio sottile tra desiderio e presenza, tra l’illusione del volere e la verità dell’essere. È proprio lì che si gioca tutto. Come scrivo nell’articolo, siamo una generazione che desidera senza immergersi, spesso per paura di non sapere nuotare. Ma tu lo dici bene: forse serve solo lasciarsi andare, con meno pensieri e più ascolto. Sentire. Credere. Svegliarsi. E magari iniziare davvero a vivere.

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Guest
4 giorni fa

Quando l'anima è pronta respiro di mille desideri già esiste e accade se senti tuo. La maggia è qui ed ora ....se sappiamo accogliere nel condividere a punto tale di essere nel presente. Tuffarsi senza saper galleggiare potrai andare solo affondo con il grande rischio nel ritrovare le perle sperdute dalle ostriche altrimenti impari a nuotare. Le vere profondità come i desideri si può raggiungere soltanto se hai superpoteri umani ormai sperdute : credere , svegliarsi e creare quell'attimo presente .

Spesso però al posto dei desideri creiamo le trappole mentali. La soluzione : meno pensare più sentire. Tutto accade per puro caso che non esiste.

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