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Quelli che galleggiano nel nulla: le vite leggere che sembrano tutto, ma non sono niente




Ci sono persone che sembrano belle. Educate, gentili, disponibili. Ti sorridono, dicono sempre “sì”, non creano mai conflitti. Eppure, dietro quella superficie liscia e tranquilla, si nasconde qualcosa di molto diverso. Un vuoto. Un’identità fragile, costruita su pochi riferimenti e tante paure.


Non sanno chi sono. Non vogliono saperlo. Non si pongono domande vere, perché il solo pensiero di scavare li terrorizza. Preferiscono vivere in superficie, tra gesti automatici e parole che suonano bene, ma non significano nulla.


Vivono in un limbo emotivo. Non scelgono, non si espongono, non rischiano. Si muovono con cautela, evitando il peso, evitando il dolore, evitando qualsiasi profondità. Perché lì sotto, nel fondo della vita vera, loro non ci vogliono andare.


Hanno paura della complessità. Preferiscono la comodità del già pronto. Della frase sentita. Dell’opinione presa in prestito. Seguono piccoli dogmi, come se fossero alfabeti minimi per decifrare il mondo. Ma con quattro pensieri ripetuti non si costruisce una persona. Si costruisce una gabbia.


E così si ritrovano ad abitare vite piccole, relazioni piccole, sogni piccoli.


Mangiano sempre le stesse cose. Evitano i sapori nuovi, i piatti strani, le culture diverse. Non perché abbiano gusti particolari, ma perché non hanno voglia di aprirsi a nulla. Il cibo, come il resto, diventa solo una ripetizione.


Emotivamente sono analfabeti funzionali. Leggono le emozioni come un turista che prova a decifrare un libro in sanscrito. E si muovono di fiore in fiore, cercando qualcuno che li accolga, che li guidi, che li protegga. Ma senza dare niente in cambio.


Sono persone che si nutrono degli altri. Si aggrappano a chi ha solidità, a chi ha idee, direzione, visione. Ma non per costruire qualcosa insieme. Solo per approfittare di quell’energia, finché dura. Poi spariscono.


Vivono di soluzioni facili, relazioni usa e getta, emozioni preconfezionate. Appena qualcosa diventa difficile, si tirano indietro. Se c’è da discutere, evitano. Se c’è da crescere, si chiudono. Se c’è da scegliere, temporeggiano.


Non vogliono radici. Non vogliono profondità. Vogliono solo galleggiare.


Ma chi vive così, alla lunga, si svuota. Perché senza peso, senza impegno, senza verità, non c’è nessuna direzione.


Ed allora si rifugiano in piccole vacanze, in relazioni superficiali , magari nelle emozioni trasmesse dai loro animali domenstici. E quando gli chiedi cosa vogliono, ti guardano come se avessi fatto una domanda sbagliata.


Sono i “parassiti gentili”. S’insinuano nelle vite altrui senza chiedere troppo, ma senza dare mai davvero. Ti rispondono sempre bene, ti sorridono, ma sotto quel sorriso non c’è nulla. Solo l’ansia di perdere il poco che hanno, la paura che qualcuno li smascheri.


E quando trovi il coraggio di guardarli per quello che sono, capisci che non possono seguirti. Che non ti raggiungeranno mai davvero. Che non condivideranno mai il peso delle tue fatiche, perché le loro spalle non sono fatte per portare nulla.


Queste persone vanno riconosciute. E tenute lontane.


Perché legarsi a loro è come costruire sulla sabbia. Ti sembrano carine, tranquille, inoffensive. Ma piano piano iniziano a risucchiarti dentro il loro vuoto.


La loro leggerezza, alla fine, pesa.


Non è una questione di cattiveria. È una questione di assenza. Non c’è dialogo, non c’è visione, non c’è impegno. Solo un vagare continuo alla ricerca di qualcosa che non troveranno mai, perché non hanno il coraggio di costruirlo.


La vera ingiustizia è vederli premiati. Vederli accolti dove si lavora con fatica per arrivare. Mentre chi ha lottato, chi ha pianto, chi ha costruito con le mani e con il cuore, spesso resta ai marginini ( sebbene i loro lavori durino molto poco e cambino continuamente posizione anche in questo ambito )


Ed allora bisogna dirlo. Bisogna scriverlo.


Per ricordare che la vita è anche fango, fatica, scelta.


E chi non sceglie, chi non si sporca, chi non restituisce… Non può avere spazio accanto a chi invece vive con radici profonde, idee chiare, e rispetto per la vita degli altri.


Non basta essere gentili. Bisogna essere veri.


La leggerezza, il silenzio strategico, il far parlare gli altri mentre si resta in ombra… È una tecnica. Serve a non esporsi, a non sbagliare, a sembrare sempre “giusti”. È un modo per restare sul fondo aspettando che siano gli altri a mostrare la strada, per poi magari seguirla.


Ma questa maschera funziona solo fino a quando non si trovano davanti persone intelligenti. Persone con esperienza, con intuito, con quella sensibilità sottile che non ha bisogno di troppe parole.


Io ci sono incappato in questi profili .

Ho conosciuto persone così nel corso della mia vita . Li ho osservati. Ho deciso, per un po’, talvolta di stare anche al gioco. Di vedere fino in fondo ; ma appena ho ricevuto il primo segnale, quello vero, quello che mi ha svegliato dentro… Mi sono sempre sganciato.


Perché quello che avevo intuito era giusto. E quando lo senti, non serve neanche la prova: lo sai . Dall’alto della mia enorme esperienza ormai vado a pelle. A sensazione. Non mi serve una lunga spiegazione.


Chi vive così, per me, è come se non fosse mai esistito.


la vera profondità nasce quando si protegge ciò che si sta costruendo, quando si crea uno spazio sicuro, dove l’altro possa esistere senza paura.


Chi vive le relazioni in questo modo non cerca solo compagnia o distrazione. Cerca una connessione reale. E quando la trova, o quando pensa di trovarla, mette tutto in gioco: cuore, tempo, energie.


Questo tipo di amore, o di amicizia, o anche di collaborazione, non è superficiale. Ha radici profonde. Porta con sé un istinto naturale di cura: evitare conflitti inutili, proteggere ciò che c’è di bello, prevenire il dolore, mantenere intatto quello spazio costruito a due mani.


Ma tutto questo ha senso solo se dall’altra parte c’è qualcuno che capisce. Che vede. Che riconosce il valore del gesto, la rarità del sentimento, la profondità dell’intenzione.


Quando questo non accade, quando chi hai accanto non percepisce davvero cosa sta ricevendo : e questo vale in ogni livello delle relazioni della vita , allora il disallineamento diventa evidente.


Se l’altro è sintonizzato su una frequenza superficiale, se non comprende la qualità di quello che gli arriva, se lo interpreta come scontato o banale… allora quella relazione è destinata a spegnersi.


Non per mancanza d’intesa . Ma per mancanza di risonanza.


Perché in ogni forma di legame, dall’amicizia alla coppia, dal lavoro alla famiglia, la vera forza nasce solo quando ci si riconosce. Quando ci si comprende senza bisogno di spiegare tutto.


Chi offre profondità, ha bisogno di essere visto nella sua essenza. Non nei gesti esteriori, ma nel senso che quei gesti portano con sé.


E se questo non succede, non resta altro che prendere atto e lasciar andare.


Perché non si può proteggere da soli ciò che dovrebbe essere costruito in due.

Perché se metti l’altro davanti a te, se ti offri con sincerità, con generosità, con rispetto profondo… Se chi hai accanto non coglie questo valore, allora tutto si svuota. Non conta più niente.


Puoi essere la persona più leale, più capace, più intensa. Ma se davanti a te hai chi misura tutto con criteri superficiali – soldi, comodità, apparenze – allora sei invisibile. Sei il nulla.


nella coppia , dal mio punto divista l’’amore vero non è una questione di scambio , ma di riconoscimento, di accettazione .


Riconoscere chi hai davanti. Sentire il suo valore come persona. Capire cosa sta facendo per te.


Se questo non accade, non resta più nulla.


Ed allora bisogna imparare a smettere. A non offrire più. A non insistere.


Perché se il valore dell’essere umano non viene visto, compreso, rispettato…

Tutto diventa inutile


Quando non ti vedono per quello che sei, non restare. Non insistere. Non spiegare. Sparisci.



MV



2 Comments

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Guest
Apr 23

Quando dentro di noi troviamo quel mondo tutto nostro unico speciale e anche fuori appare la nostra strada che porta a certi incontri che rispecchiano sempre le nostre ombre le nostre paure nascoste diventa un dono per la nostra anima. Li il nostro compito di riconoscere nel approfondire e scegliere con tale consapevolezza aquisita. Le capacità di osservare sentire e guardare oltre tutto ciò che forse non abbiamo avuto modo di imparare prima. Nulla succede per succedere . Tutto diventa l'energia che fluisce dove si decide di portare l'attenzione. Se sei allineato con tuo essere le persone si sganciano da soli non hai bisogno quel spreco energetico, loro si allontanono perché tu non gridi non giustifichi non spieghi ...succede…

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