top of page

Siamo padroni di un castello, ma mendichiamo alla sua porta ciò che già ci appartiene

Immagine del redattore: Massimiliano ValenteMassimiliano Valente

La vita è un castello, il nostro castello, al cui interno si trova la stanza più intima, il luogo d’incontro con il Signore, padrone della dimora e nostro amato. Quella stanza è anche la nostra, lo spazio dell’amore che ci appartiene.

Eppure, restiamo all’esterno, fermi sulla soglia, mendicando ciò che già possediamo, inconsapevoli della nostra eredità. Viviamo di scarti, quando potremmo varcare la porta ed entrare liberamente, perché quella dimora ci appartiene da sempre.


Questa metafora di S. Teresa D’Avila è straordinariamente potente e simbolica, con un forte richiamo alla spiritualità ed alla consapevolezza interiore. Il castello rappresenta la nostra essenza più profonda, il luogo dell’unione con il divino, con il nostro vero sé. La camera da letto è l’intimità più autentica, il centro del nostro essere, dove l’amore assoluto ci attende.


Questa immagine richiama profondamente il pensiero mistico di Santa Teresa d’Avila nel suo Castello interiore, dove il cammino spirituale è un viaggio attraverso le stanze dell’anima fino a giungere alla presenza di Dio. È una riflessione potente su quanto spesso ci dimentichiamo della nostra vera grandezza, della nostra possibilità di entrare nel “castello” senza dover elemosinare fuori da esso.


La chiave per varcare quella soglia è la consapevolezza: comprendere che non siamo estranei alla felicità, all’amore, alla completezza, ma che questi ci appartengono già. Non siamo mendicanti, ma padroni di un’eredità immensa, spesso dimenticata.

La domanda allora è: cosa ci tiene fuori dal nostro castello? La paura? L’abitudine alla sofferenza? L’illusione di non essere degni?


Il castello e la porta del cuore : un viaggio nell’Amore


Immagina di possedere un castello. Non uno qualunque, ma una dimora straordinaria, ricca di stanze sontuose, cortili illuminati dal sole e una camera segreta, quella più intima e preziosa. Quella stanza è il cuore dell’intero edificio, il luogo dove l’anima si riposa, dove il calore e la bellezza trovano la loro dimora. È la stanza dell’amore, il centro di tutto.

 

Eppure, ti trovi fuori. Sei seduto ai piedi del portone, le mani tese a mendicare, come se quell’immensa ricchezza non ti appartenesse.

Ti sembra impossibile pensare che tu possa semplicemente alzarti, spingere la porta ed entrare. Così rimani lì, fuori, nutrendoti di briciole, di scarti, di attese, credendo che il castello sia di qualcun altro, che l’amore sia qualcosa che si deve guadagnare, che si deve meritare.

 

Ma la verità è un’altra. Quella dimora è tua, sempre lo è stata. La chiave è nelle tue mani, eppure esiti, perché hai imparato a credere che l’amore sia qualcosa di esterno, qualcosa che dipende dagli altri, che arriva come un dono raro e che può svanire in un soffio.

 

La porta che non è chiusa

 

Molti passano una vita intera davanti a quella porta, chiedendosi se qualcuno dall’interno verrà ad aprire. Altri, invece, credono che la porta sia sbarrata, inaccessibile, destinata solo a pochi. Così, vivono di attese, di illusioni, di promesse mai mantenute.

 

Ma l’amore non è un premio, non è un tesoro sepolto che qualcuno deve svelare per noi. È già qui, dentro il castello che ci appartiene. Non dobbiamo chiederlo in elemosina, non dobbiamo aspettare che qualcuno ci conceda il permesso di entrare.

 

Eppure, quanto è difficile crederlo. Perché siamo stati abituati a pensare che l’amore si debba conquistare, che sia fragile, che possa essere perso o negato. Così, invece di abitare il nostro castello, rimaniamo fuori, con la paura di attraversare quella soglia.

 

L’Atto di Entrare

 

Entrare nel castello significa riconoscere il proprio valore, sapere che l’amore non è qualcosa da supplicare, ma qualcosa che esiste già dentro di noi. Significa comprendere che la vera intimità non nasce dalla paura di perdere, ma dalla capacità di accogliere.

 

Chi ama davvero non rimane fuori dal castello, né chiede all’altro di aprirgli. Entra e accoglie, spalanca finestre, lascia entrare la luce. Non teme le stanze buie, non ha paura della vastità degli spazi.

 

L’amore non è una gabbia, non è una prigione da cui difendersi. È un luogo abitabile, una casa che non si può perdere, perché esiste dentro di noi.

 

Forse è il momento di smettere di mendicare alle porte di un castello che ci appartiene da sempre. Forse è tempo di smettere di credere che l’amore sia una concessione e non una realtà viva, che ci circonda, che è pronta ad accoglierci.

 

Perché il vero amore non è qualcosa che si chiede. È qualcosa che si riconosce, si sceglie e, soprattutto, si vive.

 


77 visualizzazioni2 commenti

Post recenti

Mostra tutti

2 Comments

Rated 0 out of 5 stars.
No ratings yet

Add a rating
Guest
7 giorni fa
Rated 5 out of 5 stars.

La nascita...noi meritiamo l'amore perché siamo semplicemente nati ! Festeggiamo il Natale come la festa più grande e dimentichiamo di sentire questa importanza nel nostro essere,quel tesoro pieno di luce che abbiamo dentro,questa padronanza nello spirito che guida sempre, basta solamente svegliarlo.

Like
Guest
7 giorni fa
Replying to

Molto semplice ma altrettanto difficile senza la piena consapevolezza

Like
bottom of page