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Steve McQueen: l’ultimo re del cool e la fine di un’epoca



Steve McQueen e l’assenza degli attori veri: com’è cambiato il cinema con Netflix, Prime e lo streaming



C’è una foto iconica in cui Steve McQueen è seduto su un divano, con una pistola in mano, lo sguardo perso ed impenetrabile. È tutto lì. Lo stile. Il silenzio. La forza di chi non ha bisogno di parole per occupare una scena. McQueen era un attore vero. Di quelli che oggi non esistono più. E no, non è solo nostalgia: è un dato di fatto.


Oggi il cinema internazionale è cambiato. Profondamente. Con l’arrivo di piattaforme come Netflix, Amazon Prime, Disney+ e decine di altri servizi streaming, è cambiato il modo di produrre, distribuire e soprattutto vivere il cinema.



Steve McQueen: perché era unico



Steve McQueen non recitava. Era. Non era un attore nel senso tradizionale. Non faceva finta. Portava se stesso. Era ruvido, chiuso, reale. Nessuna posa, nessun sorriso studiato, niente filtri. Solo uno stile naturale, carico di presenza. Bastava una scena per capire che eri davanti ad un mito.


Negli anni ‘60 e ‘70, McQueen rappresentava un modello di uomo che non si scusa per essere ciò che è. Selvatico, autonomo, solitario. Eppure in ogni film – da Bullitt a The Great Escape, da Papillon a Le Mans – riusciva ad essere centro della scena anche senza dire nulla. Solo con un’espressione. Solo con una camminata.



Oggi, dove sono finiti attori così?


La risposta è semplice: non ci sono più, e non per colpa loro. È cambiato il mondo. È cambiata l’industria. È cambiato il pubblico. È cambiato tutto il modo di costruire una carriera cinematografica.


Com’è cambiato il cinema con Netflix, Prime e lo streaming


L’avvento dello streaming ha cambiato radicalmente le regole. Ecco come:


1.

Produzione di massa, qualità sacrificata


Le piattaforme devono nutrire l’algoritmo. Servono contenuti. Sempre. Continuamente. Quindi si produce tanto, troppo. Spesso in fretta. Non c’è tempo per costruire un personaggio iconico. Si gira, si monta, si pubblica. E via col prossimo.


2.

Attori come prodotti


Gli attori sono diventati contenitori. Perfetti, levigati, ma vuoti. Tutti con lo stesso sorrisetto, lo stesso fisico scolpito, lo stesso sguardo imbronciato. Ma dove sono finiti gli attori con anima? Quelli con le cicatrici vere, gli occhi che parlano anche quando stanno zitti?



3.

Fine del mito


Steve McQueen oggi non sarebbe un mito. Non avrebbe mistero. Gli direbbero: “Apri un profilo Instagram, fai i reel, interagisci con i fan”. Ma lui era l’opposto. Meno parlava, più la gente voleva sapere. Oggi invece, più parli, più funzioni.



4.

Il pubblico è cambiato



Lo spettatore medio oggi è abituato a consumare, non a vivere un film. Binge watching, episodi brevi, ritmi veloci. Non c’è più il tempo per restare su una scena, su uno sguardo. McQueen faceva cinema fatto di pause, silenzi, tensione. Ora sembrerebbe “lento”.



Il cinema italiano: un altro mondo perso



Non è solo Hollywood ad aver perso pezzi. Anche il cinema italiano ha smarrito la sua anima. Dove sono finiti i Marcello Mastroianni, le Anna Magnani, i Gian Maria Volonté, i Vittorio Gassman, gli Ugo Tognazzi?


Quelli erano attori totali. Non avevano bisogno di effetti o filtri. Bastava la faccia. Bastava la voce. Bastava uno sguardo per bucare lo schermo. Ed oggi? C’è qualche nome, certo. Ma il cinema italiano si è appiattito, spesso schiacciato tra budget bassi, storie che si ripetono e commedie leggere da prime serate tv.


Eppure, un tempo, eravamo noi a dettare le regole. Fellini, Antonioni, De Sica. Oggi invece ci ritroviamo a rincorrere format e algoritmi.


Serve ancora il mito. Serve ancora il tempo. Serve ancora l’attore vero.


Steve McQueen è stato uno degli ultimi. Un uomo che viveva come recitava. Senza fronzoli. Senza filtri. Un attore che oggi sarebbe difficile da inquadrare, forse persino da far lavorare. Ma proprio per questo sarebbe necessario.


Abbiamo bisogno di tornare a raccontare storie con volti autentici, con fragilità vere, con attori che non si vergognano di essere umani. Perché il cinema non è solo intrattenimento. Il cinema è anche identità. Memoria. E verità.


Ed oggi, nella giungla dei contenuti usa e getta, la verità è l’unica cosa che può ancora fare la differenza.

MV

2 Comments

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Guest
Apr 22

Capisco il tuo stato nostalgico per il cinema e la qualità in generale però come si dice : Chi cerca, trova ! Posso esprimere solamente la mia opinione personale che non si può rimpiangere i grandi ma apprezzarli per grande Arte che sempre un dono da accudire. Purtroppo tanti attori come veri artisti nell'animo fragile sono stati capiti e apprezzate dopo la loro morte, la triste verità.

E come in tutte le cose si può trovare sempre le qualità nei giorni che corrono e apprezzare altrettanto . Ci sono ii film d'autore, registi ,attori , posso citare alcuni: P. Almodovar ,F. Ozpetek ,R. Polanski tantissimi altri anche giovani che creano. Negli ultimi mesi ho guardato tanti film e mi hann…

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Grazie commento . Capisco bene il tuo punto di vista, e sono d’accordo sul fatto che la bellezza vada cercata. Ma vedi, il punto del mio articolo non è dire che oggi non esiste più nulla di valid ma che non esistono più figure come Steve McQueen. Non perché manchino i bravi attori o le storie perché è cambiato il sistema che li rendeva grandi. McQueen non è stato un prodotto. Non è stato costruito da un algoritmo, da un piano marketing o da una community social. Era puro, scomodo, non spiegabile. Ed oggi quel tipo di verità non trova più spazio nel mercato del cinema mainstream.

Ci sono ancora film d’autore, certo. Ci sono giovani registi e opere sincere.…

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