
Da anni percorro un cammino di crescita interiore. In questo viaggio ho spesso sentito parlare di Supercoscienza, uno stato di consapevolezza più elevato e profondo.
All’inizio pensavo fosse qualcosa di mistico e lontano dalla vita quotidiana. Con il tempo, però, ho capito che la Supercoscienza è qualcosa di molto personale, una sorta di energia interiore che tutti possediamo. Vorrei condividere la mia esperienza in prima persona sul perché è così complesso raggiungerla , spiegandolo con parole semplici e senza troppi tecnicismi .
La mia idea di Supercoscienza
Quando parlo di Supercoscienza, mi riferisco ad uno stato mentale e spirituale di grande chiarezza e presenza. È quella sensazione di essere pienamente nel qui e ora, con la mente calma ed aperta. Nella mia esperienza, i rari momenti in cui mi sono avvicinato a questo stato li ho percepiti come attimi di pace profonda. Mi sono sentito connesso con me stesso e con ciò che mi circondava , senza il solito chiacchiericcio nella testa. Non c’era giudizio, non c’erano paure , aspettative — solo una sorta di silenziosa consapevolezza.
Raggiungere questi momenti, però, non è affatto semplice. All’inizio mi chiedevo se ci fosse qualcosa di sbagliato in me, dato che “illuminazione” e super coscienza sembravano concetti riservati a yogi o monaci. Col tempo ho capito che il problema non ero io, ma il modo in cui funzionano la mente e l’ego. In pratica, dentro di me c’era (e c’è) un filtro che mi impediva di vedere quella luce interiore: questo filtro è il mio ego.
Il ruolo dell’ego nella nostra percezione
Per ego non intendo semplicemente l’egoismo o la vanità. Nel mio percorso ho scoperto che l’ego è quella voce interiore, quell’immagine di me stesso che mi sono costruito negli anni.
È formato da tutte le mie paure, i miei desideri, le opinioni che ho su di me e sul mondo. In pratica, l’ego è il filtro attraverso cui guardo la realtà.
Ad esempio, se qualcuno mi fa una critica, il mio ego la prende sul personale: “Ce l’ha con me, mi sta giudicando”. Se invece qualcuno mi loda, l’ego gonfia il petto: “Sono speciale, valgo più degli altri”. Ho notato che l’ego condiziona continuamente la mia percezione, etichettando ogni esperienza come buona o cattiva in base a come mi fa sentire personalmente. Questo comportamento automatico restringe la mia visione: vedo il mondo solo dal mio piccolo punto di vista, spesso distorto dalle mie insicurezze ec aspettative.
Mi sono reso conto che ogni volta che il mio ego prende il comando, mi allontano dalla Supercoscienza. Perché? Perché la Supercoscienza, per come la vivo io, è uno stato neutrale ed ampio, in cui vedo le cose per quello che sono, senza le lenti colorate dell’ego. Ma quando l’ego interviene, quelle lenti tornano davanti agli occhi e tutto diventa più stretto ed offuscato. È un po’ come guardare il mondo attraverso una finestra sporca: i colori e la luce ci sono comunque, ma non riesco a coglierli davvero.
Imparare a riconoscere e controllare l’ego
La parte più difficile per me è stata riconoscere quando l’ego stava agendo. All’inizio neppure mi accorgevo di avere un filtro: pensavo che quella voce nella testa fossi semplicemente io stesso . Pian piano, con pratica e pazienza, ho iniziato ad osservare i miei pensieri e reazioni. Ad esempio, se qualcuno mi contraddiceva e sentivo salire irritazione o difesa, provavo a fermarmi un attimo ed a guardare quella reazione. Mi chiedevo: “Perché sto reagendo così? Chi dentro di me si sente ferito ed offeso?”. Quasi sempre la risposta era: il mio ego.
Questa consapevolezza è già un passo importante. Riconoscere l’ego mentre agisce è come accendere una luce in una stanza buia: all’improvviso vedi i mobili e sai dove sono, anche se sono ingombranti. Allo stesso modo, quando riconosco che è l’ego a farmi provare rabbia, paura ed euforia esagerata, posso fare un passo indietro mentalmente. Mi dico: “Ok, questa è la mia parte impulsiva ed insicura che sta parlando. Posso scegliere di non farmi trascinare”.
Controllare l’ego non significa eliminarlo (non credo sia possibile eliminarlo del tutto, siamo umani dopotutto). Per me significa non lasciargli il volante in ogni situazione. Ho imparato alcuni modi pratici per farlo:
• Respirare e restare nel presente: quando sento che l’ego reagisce (ad esempio con rabbia ec orgoglio), faccio qualche respiro profondo. Questo mi riporta al qui e ora e toglie forza all’impulso iniziale.
• Osservare senza giudicare: cerco di guardare ciò che succede, dentro e fuori di me, come se fossi uno spettatore esterno. M’immagino di osservare la scena in modo neutrale, senza etichettarla subito come “giusta” o “sbagliata”.
• Ricordare la mia intenzione: il mio obiettivo è crescere interiormente , avvicinarmi a quella chiarezza della Supercoscienza. Quando tengo a mente questa intenzione, mi riesce più facile lasciar andare il bisogno dell’ego di avere ragione o di sentirsi al centro.
Queste pratiche quotidiane mi aiutano molto. Non sempre ci riesco, anzi: capita spesso che in situazioni stressanti l’ego torni alla ribalta senza che me ne accorga. Però rispetto a qualche anno fa noto dei miglioramenti. È come allenare un muscolo: con costanza, anche se il progresso è lento, divento un po’ più forte nel restare centrato e nel non farmi dominare dal mio piccolo io.
Uno sguardo su una realtà più ampia e neutrale
Quando riesco (anche solo per qualche istante) a mettere da parte l’ego, accade una cosa sorprendente: la realtà intorno a me sembra più ampia, più aperta. Faccio un esempio concreto. Qualche tempo fa mi trovavo bloccato nel traffico, in ritardo per un appuntamento importante. Dentro di me montava la frustrazione: “Possibile che capitino tutte a me? Che ingorgo assurdo, ora farò brutta figura…”. Ero nervoso, il cuore accelerato, iniziavo già ad immaginare scuse da dare.
Ad un certo punto, forse stanco di agitarmi inutilmente, ho provato ad osservare quello stato d’animo. Mi sono accorto che era il mio ego ad essere infuriato, perché non sopportava l’idea di perdere il controllo sulla situazione e di fare una figuraccia. Ho fatto un respiro profondo ed ho cercato di accettare la realtà: ero nel traffico e non potevo cambiarlo. In quell’istante mi sono sentito stranamente in pace. Ho notato le altre auto intorno a me: dentro c’erano persone probabilmente stressate quanto me. Ho visto la scena quasi “dall’alto”, come se fossimo tutti sulla stessa barca, tutti un po’ in ritardo per qualcosa.
Quell’esperienza, seppur semplice, mi ha dato un piccolo assaggio di una realtà più ampia e neutrale. Senza l’ego a restringere tutto sul “mio problema del traffico”, ho percepito la situazione con più calma e oggettività. La realtà era sempre la stessa (le auto ferme, l’orologio che correva), ma il mio modo di viverla era cambiato radicalmente. Mi sentivo parte di qualcosa di più grande (tante persone con le loro vite, non solo io ed il mio ritardo) ed allo stesso tempo provavo una strana neutralità, come se andasse comunque tutto bene.
Per me, Supercoscienza significa proprio questo: vedere oltre il mio naso, oltre le mie reazioni immediate, per accedere ad una visione più ampia, serena ed imparziale delle cose.
Non è uno stato permanente (almeno, io non ci riesco sempre!), ma ogni volta che ne vivo un pezzetto capisco il valore che ha.
È come salire su una montagna: dalla vetta puoi vedere un panorama vastissimo, mentre a valle la visuale è limitata. Allenarsi a mettere da parte l’ego equivale un po’ a salire di quota nella coscienza: la prospettiva si allarga.
La mia energia interiore (personale ma universale)
Uno degli insegnamenti più importanti che ho tratto da questo percorso è che questa energia di coscienza è personale, ma allo stesso tempo universale. All’inizio cercavo risposte nei libri, nei maestri, in tecniche complicate, convinto che la super coscienza fosse qualcosa da ottenere dall’esterno. In realtà, le esperienze più significative le ho avute dentro di me, magari durante una passeggiata in silenzio o seduto a meditare per conto mio. Ho capito che questa energia appartiene a me tanto quanto a chiunque altro. Non è privilegio di pochi illuminati: ognuno di noi, se lo desidera e ci lavora, può riscoprirla dentro di sé.
Chiaramente, sapere questo non rende il cammino meno complesso. È difficile raggiungere la Supercoscienza proprio perché richiede di ribaltare il modo in cui siamo abituati a vivere la vita. Siamo cresciuti identificandoci con il nostro ego, credendo che quella vocina e quelle etichette fossimo “noi”. Scollegarsi da questa abitudine è un processo lungo ed a tratti scomodo. Ci vuole costanza, pazienza e tanta sincerità con se stessi. Bisogna essere disposti a guardarsi dentro con onestà, a riconoscere i propri lati d’ombra e le proprie debolezze senza giudicarsi.
La buona notizia, per quanto mi riguarda, è che ogni piccolo passo porta a un beneficio tangibile. Ogni volta che riesco a non reagire in maniera automatica ad un litigio, ogni volta che scelgo di ascoltare in silenzio invece di impuntarmi per avere ragione, sento crescere quella calma energia interiore. È come se quella Supercoscienza, anziché un traguardo lontano, fosse un muscolo interno che alleno giorno dopo giorno.
Un viaggio personale verso la consapevolezza
In conclusione, raggiungere la Supercoscienza è complesso ma non impossibile. La mia esperienza mi ha insegnato che il vero ostacolo è quell’io ingombrante che tutti ci portiamo dentro. L’ego condiziona la nostra percezione, la limita e la colora con mille sfumature personali. Imparare a controllarlo, o meglio a conviverci senza lasciargli sempre il controllo, è la chiave che mi sta aprendo le porte di una realtà più vasta e neutrale. Non è un percorso fatto di miracoli o salti improvvisi, ma di tanti piccoli passi concreti: un respiro consapevole durante una discussione, un attimo di silenzio prima di reagire, un momento dedicato solo a sentire se stessi ogni giorno.
Ho voluto condividere queste riflessioni in modo semplice, come le racconterei ad un amico. Credo profondamente che dentro ognuno di noi esista quella scintilla di Supercoscienza, quella energia personale che però ci unisce tutti. Raggiungerla è complesso, sì, ma proprio le cose difficili sono quelle che più ci trasformano. Io continuerò su questa strada, un passo alla volta, sapendo che ogni sforzo fatto per vedere oltre il mio ego mi porta un po’ più vicino a quella consapevolezza serena e luminosa che chiamo Supercoscienza. E questo, per me, vale ogni fatica.
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